Monthly Archives: Novembre 2019

quanto-costa-mantenere-auto-anno

Quanto costa mantenere l’auto ogni anno?

Cara auto, ma quanto mi costi? Questo è il grido di tutti gli italiani che, ogni anno, fanno i conti con le spese della loro automobile, tanto amata quanto i sacrifici sostenuti per mantenerla. Nonostante i costi alti, oggi l’auto è diventata un mezzo di trasporto fondamentale, utilizzata anche per i piccoli spostamenti in città, un mezzo comodo ed essenziale per i mille impegni di un intero nucleo familiare.

Spesso, per questo motivo, le famiglie sono costrette a sostenere ogni anno il costo di più di un’automobile, quando, ad esempio, entrambi i genitori lavorano in città diverse e in differenti orari. Secondo una statistica italiana, l’auto, insieme alla casa, rappresenta il costo più alto che le famiglie devono sostenere, che impedisce loro di mettere da parte qualche risparmio o di godersi vacanze più lunghe. Ma quanti sono ancora disposti a fare questo sacrificio? Molti italiani sono alla ricerca affannosa di un’alternativa che consenta loro di avere un mezzo di trasporto ma a costi assolutamente più convenienti.

Tutti i fattori del caro auto

Ma quali sono i motivi che rendono il mantenimento di una macchina così alto? Cosa rende il mondo dell’auto tanto caro?

  • Acquisto e manutenzione

Quello che spaventa meno un automobilista è l’acquisto di un’auto, considerato che, rispetto ai costi successivi da affrontare, quello iniziale viene lentamente ammortizzato. L’unico problema che può emergere è l’acquisto di un’auto con difetti congeniti che è soggetta, per questo, a continue riparazioni già dai primi mesi dall’acquisto. Lo stesso dicasi per l’acquisto di un’auto di seconda mano che, in alcuni casi, può rivelarsi una vera e propria “zappa sui piedi” per il proprietario.

Ne consegue che un costo importante da sostenere viene ricoperto dalla manutenzione ordinaria e straordinaria, come il cambio di parti dell’auto usurate, sostituzione pneumatici e il tagliando biennale. Rientrano in questo grande calderone anche i costi accessori, come le catene da neve (dove occorrano), gli accessori per lo smartphone, in alcuni segmenti anche i mini PC che fungono da televisione, fino al seggiolone obbligatorio. Costi che sembrano irrisori ma gravano pesantemente quando sommati agli altri.

  • Carburante ed RC Auto

Considerati i veri nemici di tutti gli automobilisti, croce e delizia degli italiani, il carburante costituisce il pezzo più grande di questo grande puzzle, quello che fa girare l’ago della bilancia verso il segno meno. L’Italia, a ben vedere, detiene il triste primato dello stato con tasse IVA sul carburante più alte d’Europa. Che siano le incerte condizioni politiche del Medio Oriente e la cattiva gestione del nostro Governo nella razionalizzazione delle imposte, benzina e diesel sono diventati davvero un costo esorbitante.
Se si considera che molte famiglie possiedono due auto che si spostano quotidianamente fuori città e che sono in movimento per almeno metà della giornata, si comprende quanto la voce carburante sia davvero molto critica.

Un altro elemento è quello dell’RC Auto, un importo estremamente variabile in Italia; si consideri che esiste un grande divario tra le somme sostenute dagli automobilisti del nord e quelli del sud, con un primato per alcune regioni. La Campania, la Puglia e la Calabria, infatti, hanno standard economici di RC nettamente superiori rispetto a tutto il resto della penisola.

  • Spese marginali

Tra le spese marginali, ma non troppo, intendiamo il costo del parcheggio che ogni mese bisogna sostenere e quello del lavaggio. I pedaggi autostradali, ad esempio, influiscono negativamente su coloro che si recano a lavoro prendendo tangenziale e autostrada quotidianamente. Spese per prendere la patente, per il rinnovo e, infine, il costo delle eventuali contravvenzioni che toccano anche l’automobilista più attento.

Il divario tra Nord e Sud: quali sono le regioni complessivamente più svantaggiate?

Secondo uno studio di settore effettuato tra il 2018 e il 2019, vi sono alcune regioni del sud particolarmente penalizzate dal costo auto e sono la Campania, con una spesa annua complessiva che si aggira intorno ai 2.000€, seguita dalla Puglia con circa 1.900€ e la Calabria, con 1.800€. L’Umbria e il Veneto si aggirano sullo stesso livello ma con una minorazione del 14% rispetto agli anni passati. Segue il Molise, che vive un momento di ribasso costi nell’ultimo anno, tale da raggiungere la cifra di 1.500€, e la Liguria, dove il costo ruota intorno ai 1.400€ in modo stabile. Sebbene vi siano delle oscillazioni, si nota come il costo sia comunque elevato, per questo alcune associazioni di automobilisti hanno stilato una lista di consigli per consentire agli italiani di spendere meno e in modo intelligente.

Quali strategie per risparmiare sui costi auto?

Come anticipato, risparmiare è possibile se si adottano determinate strategie e si fanno le giuste scelte.

  • RC Auto competitiva: scegliere in modo oculato l’RC Auto più vantaggiosa per le proprie esigenze è possibile, basta richiedere dei preventivi sulle piattaforme web dove vengono inseriti i propri dati, quelli dell’auto e della località dove si vive. Vi sono siti che mettono a confronto le diverse società assicurative a parità di dati inseriti, in modo da facilitare al massimo il compito di chi chiede informazioni. La scelta sbagliata può far lievitare in modo esponenziale il costo annuo, già così alto.
  • Auto AFV: decidere di acquistare un’auto elettrica resta una delle scelte migliori da fare, grazie a costi bassi, assicurazione minima e grande rispetto per l’ambiente. Secondo uno studio dell’Associazione Nazionale Industria Automobilistica, in Europa c’è una forte crescita del fenomeno, tanto che si registrano circa 200 mila immatricolazioni tra UE ed EFTA. Regno Unito, Francia e Norvegia sono addirittura seconde al Belpaese, che ha registrato 50 mila immatricolazioni negli ultimi anni. Un buon risultato che, se ben canalizzato e pubblicizzato, può portare ulteriori incrementi a beneficio del conto in banca e dell’ambiente.
  • Car sharing: il fenomeno del car sharing è molto antico, soprattutto tra i ragazzi, ma sta aumentando anche tra gli adulti perché consente un’effettiva razionalizzazione dei costi. Si tratta di condividere la propria auto con altre 3 o 4 persone che, ogni giorno, devono dirigersi negli stessi luoghi di lavoro. In tal modo, l’auto viene presa a turno da tutti e 4, dividendo spese di pedaggi autostradali, parcheggio e carburante, dimezzando i costi e anche l’auto è soggetta a spese di manutenzione per usura inferiori. In Italia, il fenomeno è stato accolto positivamente in molte regioni, in particolare a Milano, Firenze, Roma e Torino.
  • Noleggio auto: anche il noleggio auto lungo termine privati può essere considerato in modo favorevole. Il noleggiatore a lungo termine sceglie periodicamente l’auto che preferisce pagando un canone mensile non alto, senza alcuna responsabilità in termini di assicurazione e manutenzione.

Come sopra illustrato, risparmiare è possibile se si sceglie in modo oculato ogni aspetto dell’auto, dall’acquisto alla manutenzione, fino ad un’attenzione maggiore al codice della strada che, quando rispettato, evita le fastidiose contravvenzioni.

Pulizie profonde e durature in metà tempo e senza fatica

Pulire la casa in maniera approfondita e duratura richiede tempo e fatica, così come la pulizia di locali di grande metratura, come ad esempio: bar, ristoranti, strutture pubbliche, e quant’altro; la tecnologia però ci viene in aiuto con macchine pensate proprio per aiutare a effettuare pulizie efficaci in breve tempo e con poca fatica, oggi in commercio si trovano tantissimi elettrodomestici che possono essere un valido supporto nelle pulizie di qualsiasi tipo di ambiente, ma fra tutti forse uno dei più efficaci ma anche il meno conosciuto è l’idropulitrice.

Per aziende o privati la soluzione è sempre geniale

Macchine per la pulizia che vengono prodotte principalmente per uso industriale, sono dispositivi di grandi dimensioni che riescono a pulire contemporaneamente superfici di molti metri quadri. Ma esistono anche delle versioni delle stesse macchine di dimensioni ridotte, che possono essere utilizzate per delle pulizie private, ovvero per appartamenti e Ville. Questo mercato negli ultimi tempi ha registrato una forte impennata, poiché le macchine vendute sono sempre di più. E gli acquirenti non sono più soltanto le grandi aziende o le realtà pubbliche, ma anche i privati che decidono di acquistare un’idropulitrice per le pulizie casalinghe. I costi e la manutenzione di un’idropulitrice non sono certo paragonabili a un comune elettrodomestico per la casa, ma la spesa comunque è compensata dalle eccellenti prestazioni; una macchina che igienizza, pulisce, lava, e asciuga contemporaneamente non è cosa da poco.

Acqua calda o fredda

A questo proposito possiamo anche sottolineare che non è necessario acquistare un’ idropulitrice nuova, sono valide anche le idropulitrici usate, poiché sono macchine costruite con materiali di prima qualità e pensate per durare nel tempo, capaci di sopportare molte ore di lavoro e a lunga scadenza. L’utilizzo dell’idropulitrici è molto semplice la macchina viene caricata con dell’acqua, dove è stato mescolato del detersivo apposito, è una volta azionata emette dei getti d’acqua spinti da una forte pressione, che in breve tempo disgregano lo sporco e lo raccolgono, come ultima azione la macchina asciuga il pavimento. In questo modo una volta che si è finito di passare l’idropulitrice il lavoro è completamente fatto e compiuto, con un grosso risparmio di tempo e di fatica.

Un ottimo affare

Ecco perché acquistare un’idropulitrice anche usata può essere un ottimo affare, queste macchine sono composte da una pompa dell’acqua ad alta pressione azionata da un motore che può essere sia a benzina che elettrico. Alcune macchine hanno la variante aggiuntiva di una caldaia che riscalda l’acqua, in modo da effettuare la pulizia con acqua calda, anziché con acqua fredda. Ovviamente è un tipo di macchina che va utilizzata in maniera consapevole. Perché se non si conosce perfettamente la modalità d’uso può essere pericolosa, per incidenti e malfunzionamenti. Ma questo vale comunque per qualunque elettrodomestico ci si appresti ad utilizzare. Se siamo intenzionati ad acquistare un idropulitrice usata è possibile trovare informazioni consigli e soluzioni anche in rete ad esempio consultando i siti dedicati a questo tipo di macchine.

Abitazioni antisismiche nel Nord Italia

Per comprendere la situazione sismica nel Nord Italia si utilizzano le cartine geografiche dell’Italia con la classificazione sismica al 2015 disegnata e distribuita dal Dipartimento della Protezione civile (Presidenza del Consiglio dei Ministri) Ufficio Rischio sismico e vulcanico. La suddivisione in zone è confermata nelle diverse variazioni dei Decreti Ministrativi che elaborano i testi con le norme antiterremoto che devono seguire scrupolosamente anche costruttori, ingegneri e progettisti edili. Nel NTC08/09 e 2018 si unisce una metodologia di calcolo più precisa basata sulla suddivisione del territorio italiano in punti da categorizzare in zona a rischio basso, medio, medio alto, altissimo.  I Gradi sono quattro: zona 1 intende sismicità alta, zona 2 sismicità medio alta, zona 3 sismicità medio bassa, zona 4 sismicità bassa.

Nel Nord Italia buona parte dei comuni, soprattutto verso il confine svizzero registrano una sismicità molto bassa, una zona 1 quindi rischio alto si registra nel Friuli (Terremoto del 1976). Lombardia (catena Alpi Trentine) e Liguria registrano zone sparse con livello medio. Analizzando la situazione globale italiana si conferma che il territorio italiano presenta attività sismica sull’80% della Penisola più la Sicilia, mentre la Sardegna rimane fuori dal rischio elevato. Il 20% di zone non sismiche o dal rischio basso si concentra nel Nord superando il confine di Marche, Toscana e Liguria, quest’ultima presenta la costa con sismicità 4 e i confini orientali e occidentali con rischio medio basso.

Progettare abitazioni antisismiche

Vanoncini SPA, società edile importante di Bergamo, costruisce abitazioni antisismiche in tutta Italia. Il suo fondatore, Piento Antonio Vanoncini ha introdotto nei primi anni Ottanta la costruzione con sistema a secco, applica buona parte delle conoscenze acquisite collaborando e studiando le imprese, i sistemi edili e i protocolli tedeschi (DIN). Oltre a costruire ha sviluppato delle ricerche scientifiche elaborate a livello accademico con il Politecnico di Milano.

Il sistema costruttivo a secco riesce a garantire qualità tecnica e strutturale utile per progettare abitazioni antisismiche, l’apertura del cantiere però deve essere anticipata da una’analisi del territorio e del suo rischio sismico, come abbiamo visto anche nel Nord Italia i terremoti possono mettere a rischio le case e la nostra penisola naviga su due placche, quella asiatica e africana, che cambieranno i dati e le informazioni finora scritte.

Il ruolo dell’ufficio tecnico

Le nuove norme indicate nel testo di legge NTC2018 impongono di inserire già nel progetto informazioni relative alla sicurezza antisismica delle costruzioni con test specifici sulla resistenza dei materiali, sulla possibilità di non correre rischi e salvarsi in caso di calamità. Uno degli studi tecnici Vanoncini ha questo compito, insieme ai suoi esperti, geologi e ingegneri, attua queste ricerche ed inserisce questi dati nel futuro progetto:

  • presenza di spazi definiti setti o nuclei di irrigidimento che hanno lo scopo di assorbire onde orizzontali del sisma;
  • sistemi anticollasso (gerarchia delle resistenze) che permettono in caso di terremoto forte il danneggiamento di travi o pareti prima che nelle strutture in modo che l’edificio pur non evitando crepe e danni non crolli al primo movimento
  • attenzione ai nodi strutturali che devono essere collegati con staffette specifiche e adeguate
  • presenza di dissipatori che rompendosi riescono a contrastare e disperdere l’energia del sisma che ricadrebbe sulla parte strutturale provocando l’immediata caduta dell’edificio.