Recentemente anche il Censis ha confermato che gli italiani hanno perso gradualmente la loro serenità. Per sette persone su dieci si viveva meglio quando non era la tecnologia a occupare tutto il nostro tempo e quando le interazioni umane erano più sincere, semplici e non limitate da lockdown e restrizioni da zona gialla, arancione e rossa. In più, negli ultimi anni si è indebolita la fiducia nelle istituzioni e, mese dopo mese, le incertezze economiche hanno iniziato a spaventare anche le categorie storicamente più sicure.
Oggi 18 gennaio, secondo le scienze sociali, tutto questo dovrebbe raggiungere il suo apice negativo. Parliamo, infatti, del Blue Monday: il giorno più triste dell’anno. Secondo lo psicologo dell’Università di Cardiff che per la prima volta ha calcolato questa data, a determinarne la particolare tristezza sono una serie di fattori tra cui il freddo, le poche ore di luce, i sensi di colpa per gli eccessi natalizi, il fallimento dei primi buoni propositi per l’anno nuovo e le prossime vacanze ancora troppo lontane. Elementi negativi che si concentrano, ogni anno, nel terzo lunedì di gennaio (per le popolazioni che vivono nell’emisfero boreale), a cui si sommano nel nostro Paese le recentissime restrizioni, previste dall’ultimo dpcm.
Coraggiosamente e in controtendenza, oggi 18 gennaio 2021 è la data scelta dal progetto Senso della Felicità per presentare al mondo il frutto di uno studio trentennale, una metodologia efficace – secondo gli autori – per essere felici. Un modello da seguire attivamente (sì, non basta sapere quali sono le aree da migliorare, bisogna impegnarsi davvero per migliorarle) per raggiungere, in modo sistematico e continuo, la sensazione di benessere psicofisico comunemente definita felicità. Una promessa davvero allettante, tanto che il solo annuncio di questa rivelazione e il passaparola hanno portato, in poche settimane, oltre 23 mila utenti a seguire la pagina “Il Senso della felicità” su Facebook.
La (nuova) verità sulla felicità
Lo studio ha individuato, con risultati sorprendenti, quelle che sono le principali sei fonti della felicità per l’individuo. Una metodologia che punta a stravolgere tutta una serie di assunti – dalla saggezza popolare ai risultati di altre ricerche – e scrivere un vero e proprio manuale d’istruzioni per gli esseri umani.
L’assunto di partenza è che nonostante fin da piccoli riceviamo lezioni di vita sul tema e crescendo siamo continuamente bombardati da promesse di felicità, magari sottoforma di spot pubblicitari a cui spesso diamo fiducia, e nonostante il nostro benessere sia spesso parte della mission dell’azienda per cui lavoriamo, la felicità è ben lontana dall’essere di dominio pubblico (come confermato dalle statistiche nazionali e internazionali). Ecco che il punto d’origine, non può essere che demolire drasticamente queste pseudocertezze, raramente messe in discussione.
Il senso della felicità: i sei passi verso la felicità
Sgombrato il campo da precedenti affermazioni, il modello per trovare il Senso della felicità è molto chiaro. Le aree di intervento sono sei passi da eseguire scrupolosamente. Per l’esecuzione non c’è un ordine fisso né una gerarchia, c’è un’unica regola: sei sono e sei restano. Quindi devono essere compiuti tutti, senza lasciarne indietro neppure uno, perché il raggiungimento di ognuno permette di godersi gli altri. Un effetto di moltiplicazione edonistica che invita a non privilegiare, come si fa spesso, un’area a costo delle altre. Basti pensare a quanti per la carriera, sottraggono tempo ed energie alle relazioni affettive e/o al proprio benessere psicofisico.
Ma quali sono quindi i sei passi, le sei fonti della felicità, le sei aree della nostra vita su cui concentrare la nostra attenzione e le nostre energie se vogliamo vivere una vita soddisfacente?
Mobilità
Data per scontata fino a un anno fa e terribilmente compressa nel corso degli ultimi mesi, la possibilità di muoverci e viaggiare è una delle fonti della felicità. Il dato è abbastanza incontrovertibile, non siamo nati per stare seduti ore ed ore davanti al pc, alla televisione e ad altri schermi – come purtroppo facciamo in molti – ma come animali erranti che hanno il primordiale bisogno di perlustrare, muoversi e calpestare. Viaggiare, secondo il metodo significa arricchirsi di esperienze piacevoli, soddisfare il bisogno di varietà, conquistare nuove mete. L’esortazione è a fare di questo uno stile di vita, non un’eccezione alla regola. Per vivere secondo la nostra natura più profonda.
Aspetto fisico
La cura della propria forma fisica e della propria estetica, tanto per gli uomini quanto per le donne, è uno dei fondamenti del metodo. La nostra esteriorità è ciò che le persone notano inizialmente di noi, ciò che più evidentemente percepiamo di noi stessi e influenza direttamente il nostro umore. È innegabile che quando ci vediamo più belli, si tratti del risultato di qualche mese di dieta e sport o di un vestito che ci valorizza, ci sentiamo immediatamente meglio. Per il metodo dovremmo dedicare all’allenamento, alla corretta alimentazione e a tutte le cure che migliorano il nostro aspetto, la stessa cura e le stesse energie che un artista dedica alla sua opera. Dal fitness al wellness!
Ricchezza
In netto contrasto con chi sostiene che “i soldi non comprano la felicità”, il modello parte dall’assunto che nel mondo reale quasi tutto, non essendo disponibile all’infinito, ha un prezzo. Quanto costa, allora, la felicità? Il calcolo non può essere fatto sommando asset finanziari, beni mobili e immobili, ma in tempo: tempo da dedicare a ciò che più ci piace. Piuttosto che ad accumulare ricchezza, che a un certo punto diventa fine a sé stessa, il modello invita a dedicare energie per raggiungere, rispettando le leggi, la propria libertà finanziaria. La possibilità di fare quello che ti pare, quando ti pare e come ti pare. Il denaro, quindi, non come fine, ma come mezzo per pagare in contanti il prezzo della libertà.
Notorietà
La timidezza è nemica della felicità. Non possiamo essere felici se abbiamo paura a esporci, a farci conoscere, a condividere chi siamo, cosa facciamo e cosa proviamo. Condividere una bella sensazione effettivamente ne moltiplica il piacere e al tempo stesso, secondo il modello, condividere una brutta sensazione ne mitiga gli effetti. Esponendoci in questo modo, esercitiamo il piacere di influenzare gli altri. Un privilegio un tempo dominio di poche persone considerate VIP, e oggi alla portata di tutti grazie alla tecnologia. In pratica, l’invito a essere tutti un po’ influencer, indipendentemente dal numero di followers.
Sessualità
Il modello invita ogni donna e ogni uomo a riscoprire il proprio lato primordiale, i propri istinti più profondi, e praticare una libertà sessuale fluida che punti a reclamare il proprio diritto al piacere. Una libertà che non solo trasgredisca la maggior parte delle regole morali, ma non riconosca proprio le limitazioni sociali in questo campo. Unica regola da rispettare, secondo il Senso della felicità, è la manifesta consensualità del (o dei) partner, il resto è tutto da scoprire e provare. Addio quindi ai vincoli della monogamia, della morale e degli orientamenti di genere predeterminati. Tutto ciò che ci fa godere è, quindi, cosa buona e giusta…
Spettacolarità
Nel grande spettacolo della nostra vita ognuno di noi è un protagonista unico. Spettacolarità per il Senso della felicità significa valorizzare la propria unicità, i propri tratti particolari, tutto ciò che ci rende una straordinaria singolarità. L’invito è quindi a creare uno stile unico di fare e di pensare e a condividerlo (secondo quanto abbiamo visto circa la notorietà), rendendoci riconoscibili in tutto ciò che facciamo. L’equivalente funzionale della firma di un pittore e del suo inconfondibile modo di vedere e raccontare la realtà. Attraverso questo sviluppo della propria singolarità ognuno può e deve, secondo il Senso, trovare il proprio scopo della vita, una missione che ci connetta agli altri, ai nostri più profondi valori e a ciò per cui valga la pena mettere la nostra faccia. Per esercitare la più alta forma di felicità.
Il Senso della felicità aiuterà gli italiani a essere più felici?
Grazie a questo modello, essere felici appare non più come un miraggio, un obiettivo sempre all’orizzonte, ma come una meta raggiungibile. Il percorso, naturalmente, richiede un certo impegno e non tutti i passi presentano la stessa difficoltà, come ammettono gli stessi autori: Uno è più facile, è nella tua natura, un altro è una scalata a mani nude. Uno è un passo di danza, un altro è un salto nel vuoto.
Tutto sta naturalmente, ora che abbiamo le istruzioni, a seguirle. A non cercare scorciatoie e a scegliere di lavorare sui nostri punti di debolezza, anziché allenare ancora di più i nostri punti di forza. Se questo progetto contribuirà a cambiare l’umore della nazione, da cui si è deciso di iniziare la divulgazione del Senso della felicità, dipenderà da quanti italiani lo adotteranno e lo seguiranno passo dopo passo.