Perché si sceglie la cremazione?
La cremazione è una pratica che continua a prendere piede anche nel nostro paese. Il 30 per cento delle persone che perdono un caro in Italia scelgono infatti questa strada. Ci sono paesi in Europa e nel mondo laddove la percentuale e molto più alta, addirittura la quasi totalità dei casi.
Le motivazioni che possono esserci alle spalle di questa decisione possono essere di natura diversa, sia concettuale che pratica. Basti pensare infatti a quanto alla maggiore semplicità di attuazione rispetto ad un funerale tradizionale. In questo modo si possono evitare anche i costi legati ai servizi cimiteriali. E’ inoltre possibile contare su una maggiore libertà di scelta in merito al luogo di sepoltura.
A tal riguardo, molti si chiedono se la sepoltura in mare, ovvero la dispersione delle ceneri nel mare sia una pratica legale. Scopriamolo assieme.
Cosa dice la legge sulla sepoltura in mare?
Dal 2001 è stato emesso un decreto che non solamente definisce questa pratica del tutto legale ma che regolamenta la procedura. In altre parole, può essere effettuata ma rispettando alcune norme.
In generale possiamo dire che la dispersione delle ceneri in natura può avvenire laddove vengano rispettati alcuni parametri. I più importanti riguardano la vicinanza del luogo con delle abitazione, delle fabbriche o dei manufatti. La distanza minima deve essere di 300 metri. Ad ogni modo, prima di procedere sarà sempre importante confrontarsi con le autorità locali per assicurarsi che non si stia infrangendo qualche norma.
Per quanto riguarda la dispersione delle ceneri in mare, questa non può essere effettuata ovunque. Prima di tutto dovremmo chiedere l’autorizzazione al comune di riferimento ed alla capitaneria di porto. Nel caso in cui il posto da noi scelto non dovesse essere consentito, saranno queste istituzioni ad indicarcene uno. La dispersione vera e propria deve avvenire comunque a più di 100 metri dalla costa.
Sarà necessario pertanto contattare un’agenzia funebre preparata per la cremazione Roma e dotata di una o più barche, a seconda del numero dei familiari e degli amici che saranno presenti alla cerimonia vera e propria. Si potrà decidere se limitarsi alla dispersione o tenere un rinfresco o addirittura organizzare un’escursione di 24-48 ore.
Si tratta di un metodo davvero bello e suggestivo per onorare la memoria di chi non c’è più ed ha dimostrato nel corso della sua vita un certo attaccamento al mare.
Pertanto, quando osserviamo in alcune pellicole qualcuno che disperde con semplicità le ceneri di un defunto dal molo sul mare, non parliamo di qualcosa di fattibile sul territorio italiano. Trascurare questa legge potrebbe farci incorrere in sanzioni anche piuttosto salate.
Un’altra pratica non consentita dalla legge è la dispersione in più luoghi diversi. Non è nemmeno possibile seppellire l’urna contenenti le ceneri, ma si dovrà decidere se tenerla come ricordo, avendo cura di non aprirla in nessun caso, o di procedere alla dispersione in natura dopo che si sarà entrati in possesso dei permessi previsti dalla legge. La legge invece consente la diamantificazione delle ceneri, un processo di lavorazione promosso da alcune agenzie funebri.